Il parto in casa di Dilma

12772926_1665040260413583_93963533_o12765554_1665040277080248_1889350796_o  23 agosto… ore 05:00 del mattino… sono a 40+4.
Mi alzo come al solito per andare a fare l’ennesima pipì.
Mentre mi asciugo trovo sulla carta del muco striato di sangue.
Tra me e me penso: “Sarà sto benedetto tappo che si è finalmente deciso a venir fuori!!!”.
Abbastanza euforica torno in camera da letto e faccio al mio compagno: “Amore, credo di aver perso il tappo!” … lui mugugna qualche cosa e si gira dall’altra parte continuando a dormire ( -.- ) allora mi sdraio di nuovo anche io dicendomi che dormire un altro pò male non mi avrebbe fatto! Passano neanche dieci minuti che mi sento come se mi stessi perdendo qualcosa: mi12773344_1665040223746920_1732426479_o alzo di scatto e faccio al mio compagno “Emme, io mi sto proprio perdendo qualcosa!”; mi tiro su per andare in bagno e non faccio neanche due passi che comincio a perdere liquidi… Sacco rotto. Il mio compagno decide che forse è il caso di alzarsi!
Io nel frattempo chiamo l’ostetrica (dispiaciutissima per l’orario del cavolo!!!) che mi dice che sì, ho rotto il sacco e che lei sarebbe arrivata tra poco. Sono le 05:30: mi sento euforica. Nel frattempo cominciano le contrazioni, una ogni dieci minuti più o meno: eccoli qui i famosi prodromi!!!! Giulia, l’ ostetrica, arriva più o meno un’ora dopo. Le faccio vedere le perdite: acque tinte, ma niente panico: il mio angelo ostetrico prende il macchinario per il monitoraggio, me lo attacca alla pancia e sentiamo il cuoricino di Damiano battere… forte… regolare… senza nessun tipo di sofferenza. Fa il tracciato: è perfetto, possiamo rimanere a casa. Da questo momento smetto di prendere il tempo alle contrazioni e mi abbandono al mio corpo. Accendiamo la musica… incenso e candele. Di mangiare non mi passa minimamente neanche per l’anticamera del cervello. Il mio compagno mi è accanto, mi massaggia ad ogni contrazione…12773170_1665040243746918_345020348_o mi carezza.
Io sto in piedi, dondolo, vocalizzo, respiro. Poi mi siedo sulla palla, faccio cerchi con il bacino. Mi sdraio sul divano, mi addormento. Torniamo a sentire il battito del piccolino: un treno! Passano le ore… si avvicina l’ora del pranzo. Arriva il mio secondo angelo ostetrico, Enrica.
Passa il tempo, tra una contrazione e l’altra: cominciano a farsi più intense, più dolorose… Enrica mi sussurra che è arrivato il momento di far nascere Damiano, di cominciare il travaglio ed io penso: “e fino a sto momento che cavolo era tutto sto dolore!?!” ( Maledetti prodromi!!!) Ahahahahahahaha! Emoticon kiki Mi alzo in piedi e riprendo a dondolare. A turno sento mani calde, delicate, dolci che accompagnano i miei movimenti, che assecondano il mio corpo. È arrivato il momento di entrare in acqua: calda. La sensazione è da subito meravigliosa. Il dolore si allevia.
Comincio a sentire una sensazione di spingere, una pressione… ad ogni contrazione mi sforzo, mi contraggo… urlo…
Passano le ore… comincia a fare sera… Io sono esausta. Per la testa comincia a passarmi di tutto: non riesco più a sopportare i dolori, non so che posizione assumere, l’acqua non mi aiuta più.
Anche il mio compagno si è demoralizzato, non capisce che succede… non capiamo.
Poi di nuovo loro, mi sussurrano, mi parlano con dolcezza.12755203_1665040237080252_817505419_o
Mi chiedono se mi possono visitare: lo fanno piano.
Mi dicono che Damiano è sceso, ma che ha la testa un pochino inclinata da un lato… che solo le contrazioni la faranno raddrizzare.
Mi invitano ad uscire dall’acqua… a riprender confidenza con il mio corpo… a lasciarmi andare… a non contrastare il dolore… a sgombrare la mente da tutti i pensieri negativi che la stavano affollando.
Decido di andare a sdraiarmi, in camera da letto, abbracciata al mio uomo. Comincio a focalizzare i miei pensieri su Damiano, ad ogni contrazioni mi immaginavo di vederlo ruotare…
E sul letto, come per magia, mi addormento: il mio corpo e la mia mente vanno in stand-by. Mi viene concesso del tempo per riprendermi.
Dormo per una buona 20ina di minuti…abbracciata a Marco.
Ed eccole, finalmente, le contrazioni giuste: sensazioni di spingere incontrollabili!!!!
Urlo. Il corpo ormai va da solo, controllarlo è inutile ed impossibile.
Da quel momento ho solo ricordi confusi: vedo i miei due angeli materializzarsi al mio fianco, la luce soffusa, il mio compagno, le spinte… Urlo ancora… che fatica… eccolo… Damiano… la sua testa… allungo una mano e la accarezzo, tra le mie cosce. Ancora un urlo: forte ed infinito. lo sento venire al mondo! Me lo poggiano sul seno: è rosa… tossisce… qualche lamento… è bellissimo. Mi giro verso Marco e vedo i suoi occhi lucidi: eccolo l’Amore di mamma e di papà… sono le 00:04 del 24 agosto. Il nostro viaggio è durato in tutto 17 ore. Il cuoricino di Damiano Maria non è mai andato in sofferenza: quando i battiti hanno cominciato a rallentare lui ha deciso che era il momento di conoscere la mamma ed il papà e tempo 10 minuti è nato. Il cordone è rimasto attac11887927_1613199068931036_4898689182810914077_ncato alla placenta fino al giorno dopo nutrendolo e proteggendolo ancora per un pò. Il mio parto è stato lungo e doloroso, ma allo stesso tempo intenso ed inaspettato. Il mio corpo e la mia mente alla fine ce l’hanno fatta! Lo rifarei… mille altre volte ancora… però magari non subito eh! Ahahahahaha!”

FOTO BABY NUOTO

Il Vbac in casa di Sarah

La data presunta era il 13 aprile. Uh oh, venerdi’ 13! Non mi piaceva soprattutto dopo aver lavorato sui film horror e visto scene di rabbia di un certo noto regista e poi, “ah ecco perche’, oggi e’ venerdi’ 13” e se ne ando’ a casa.. Anyway, ho chiesto alla mia bimba Marianna di 3 anni e mezzo, “quando arriva il frattellino secondo te?” “Quando viene nonna”. Il 12 aprile casa era finalmente pronta dopo un lungo trasloco, la borsa pronta per l’ospedale, una data con un cesareo prenotato per il 18 che non volevo raggiungere o andare a fare. Appena arrivata mia mamma dall’Irlanda il 12 sera alle 21:30, stiamo per mangiare quando mi alzo di corsa dopo un po’ di doloretti, sempre un po’ peggio, e si rompono le acque. Penso. I dolori intensificano e fra un po’ arriva la mia ostetrica. “Ci siamo per davvero” disse, un po’ sorpresa. Non avevo idea cosa aspettarmi come tempi e dolori. Con la prima era un cesareo a 37 settimane e niente travaglio. Poi tutte raccontano cose diverse…

Nel giro di poco ero a 6 cm di dilatazione, poi mi e’ venuta la brillante idea di rimanere a casa. Non c’è voluto molto a convincere la mia ostetrica ma non avevo idea di cosa comportasse (cercava disperatamente qualcuno al telefono per portarle la sua borsa degli attrezzi). Sapevo solo che non volevo mettermi in macchina e attraversare la citta’. Intanto vado avanti per conto mio con le contrazioni, per terra a carponi, gamba sulla spalla della mia ostetrica, urli di dolore, o “esercizi di yoga”, come disse mia mamma a Marianna. Ops.

La mia bimba mi diede un bacio prima di andare a nanna. Il papa’ si divideva fra fare l’assistente, “portarmi tutti gli asciugamani della casa” e cantare la ninna nanna alla piccola e portarmi un secchio per vomitare. La mano della mia ostetrica che mi massaggiava la schiena e cantava “aaah” e i baci dell’ amore mio mi calmavano. Spingo, accorvaciata, poi sul water, la mia ostetrica a controllare il battito, la testa del bimbo, torno in camera. Il fidanzato della mia ostetrica era arrivato qualche minuto prima con la borsa degli attrezzi. Ero abbracciata all’ amore mio, in piedi, ballando da un piede al altro quando grido “he’s coming!”. Corre la mia ostetrica e lo raccoglie. Un bel bimbo, (3.9 chili) pieno di capelli! Wow!

Sangue dappertutto, mi sdraio, strappano una bottiglia di vino e voila’! Ce l’abbiamo fatta! Che bel lavoro di squadra. La mia povera mamma era spaventata dagli urli, il sangue, ma ha visto uscire suo nipotino, nonche’ pulito tutto il sangue dopo! Per una volta tutto il sangue non faceva parte di un film horror, ma di una bellissima scena d’amore, e il bimbo e’ nato il 12 aprile alle 23:57! Mi ero lacerata, e la mia ostetrica mi ha dato due possibilità, o punti, o stare ferma al letto per cinque giorni, a parte andare in bagno e per mangiare. Sto al letto! Niente punti e si è guarito benissimo.

Marianna si era svegliata alle 4 di notte e abbiamo dormito tutti quattro nel lettone, stanchi ma felicissimi! E’ stata un’esperienza davvero speciale e in qualche modo ha cancellato il dolore e il trauma che ho subito con la prima nascita. Un grazie dal cuore alle donne forti e ottimiste che mi hanno seguito e incoraggiata con il vbac – la mia mitica Ostetrica,  l’osteopata con le mani magiche, e l’insegnante di yoga.

Ieri Marianna mi fa, “mammy, ti volevo chiedere.. ma tu hai spinto o il bambino ha fatto plop?”

Tutti e due, io ho spinto e lui ha fatto plop”. Era cosi’ facile 😉

Il parto in casa di Daniela

Non passa giorno che io non pensi al mio giorno più bello…. Quello della mia nascita…. Quando all’improvviso, tutto è cominciato, non sapevo che cosa sarebbe accaduto, ma non importava… non avevo bisogno di saperlo.. immersa in uno strano oblio, sentivo dentro ed intorno serenità, coraggio, forza, fiducia, orgoglio, e la potenza di milioni di nascite prima di me che mi guidava minuto per minuto e rivelava pian piano il senso di ciò che stava avvenendo… non ho mai avuto fretta, non ho mai avuto paura… perché voi eravate lì per me… il vostro tempo per me… il vostro incoraggiamento per me… il vostro sapere antico.. la vostra energia… solo per me.. e poi finalmente, nel silenzio, nel calore, nella penombra mi avete accolta…. sono nata.. sono mamma…

Nel momento in cui nasce un bambino, nasce anche la madre. Lei non è mai esistita prima. Esisteva la donna, ma la madre mai. Una madre è qualcosa di assolutamente nuovo.” (Osho)

…ed io non smetterò mai di ringraziarvi per avermi fatto questo regalo…. per aver accolto me e Bianca allo stesso modo… con la stessa importanza, la stessa considerazione.. troppo spesso la donna viene considerata un mero “operatore” che deve far nascere questo bambino… ad ogni costo… in fretta…. non importa come e dove… senza rispetto.. come se il bambino fosse qualcosa di estraneo a lei…. io e Bianca siamo nate insieme.. con i nostri tempi, tempi che solo noi conoscevamo e che ci dettavamo a vicenda, io aiutavo lei e lei aiutava me; mi chiedo come si possa pensare di poter e dover interferire con questo magico dialogo…

Vi ringrazio per avermi accompagnata, sostenuta, incoraggiata, consigliata, accudita.. mi avete fatto sentire forte e “capace”… ed è così che dovrebbe sentirsi ogni madre che viene al mondo con il suo bambino.

Questo piccolo regalo (fatto “letteralmente” con le mie mani…e si vede!!) è più che altro un simbolo.. mi piacerebbe che indossandolo provaste anche solo per un attimo ciò che voi regalate ad ogni donna: calore, accoglienza e dedizione..